Bella intervista di Umberto Guidi dalle colonne de La Nazione a Nanni Maglione, presidente della Fondazione Carnevale. Si parla dell’edizione 2009 e di quello che ci aspetta tra “tradizione e globalizzazione”. Ve la proponiamo qui sotto.
Viareggio, 8 gennaio 2008 – Questo del 2009 sarà un Carnevale di transizione. I primi, importanti cambiamenti si vedranno con le edizioni del 2010 e 2011. Serve tempo per preparare una nuova immagine della manifestazione cittadina più importante, spianando la strada all’ingresso degli sponsor, obiettivo difficile ma non impossibile. Nanni Maglione, all’esordio nella presidenza del Carnevale (proprio ieri ha avuto la conferma dalla Rai della diretta del Martedì Grasso), spiega quali sono i suoi progetti e le aspettative alla vigilia dell’edizione 2009.
Presidente, lei ha detto che il Carnevale si farà anche quest’anno, aggiungendo che questo è ‘un miracolo’. Una provocazione?
“Non del tutto. Nell’attuale congiuntura economica, garantire la continuità di una manifestazione che costa circa 5 milioni di euro ha del miracoloso. Un miracolo che per nostra fortuna si ripete regolarmente. Quest’anno potremo obiettivamente inserire pochi elementi di novità nell’organizzazione. Daremo qualche segno, diciamo così. Il rilancio della manifestazione è un progetto che riguarda il secondo decennio del 2000”.
Qual è il suo progetto di Carnevale?
“E’ un’idea che tiene conto di due fattori. Il primo: il Carnevale è tradizione. La cartapesta e i maestri carristi sono la sua forza. Secondo punto: la manifestazione si deve adeguare ai linguaggi e agli interessi del mondo d’oggi, che sono in continua mutazione. Questo significa che bisogna inquadrare il Carnevale nel contesto europeo, ma ciò non basta. Si deve portare l’immagine del Carnevale fuori d’Europa, guardare alla Cina, al Giappone, all’India… Mi piace pensare al corso mascherato come a una mostra a cielo aperto, e in movimento, di opere carnevalesche. Occorre portare all’esterno quest’arte, parlare al mondo. E’ necessario tessere una serie di relazioni, impostare un lavoro i cui frutti si vedranno in prospettiva”.
Da sempre Burlamacco cerca gli sponsor. Arriveranno?
“Quello degli sponsor è un mondo particolare e molto difficile. La crisi economica rende tutto più complicato. Resta il fatto che il nostro Carnevale ha un bilancio ‘bloccato’ da spese fisse che non consentono voli pindarici. Serve altra linfa economica e non vedo alternative agli sponsor. C’è da fare anche un grande lavoro, ma sono fiducioso. Secondo uno studio di mercato commissionato da Venezia, il nostro Carnevale risulta al terzo posto tra gli eventi nazionali più noti. Un altro studio ci colloca al secondo posto subito dopo la Formula Uno. Questo mi fa ben sperare”.
C’è da cambiare qualcosa per ‘vendere’ (brutta parola, ma rende l’idea) la manifestazione?
“Dobbiamo curare la qualità, essere fedeli alla nostra tradizione con gli aggiornamenti necessari. Ma il Carnevale di Viareggio è questo: grandi carri, ben costruiti. Molti ci imitano, nessuno riesce a raggiungerci”.
Si parla da tempo di diversificare le sfilate, magari restringendo il periodo del Carnevale per renderlo più appetibile dal punto di vista turistico. E’ una via percorribile?
“In parte. Cinque sfilate più o meno uguali potrebbero anche sembrare troppe, ma c’è da considerare le esigenze della ‘cassetta’, e il rischio di vedere uno o più corsi compromessi per il maltempo. Presentando a Londra il Carnevale ho visto gradimento da parte dei tour operator, che però hanno espresso la necessità di confezionare ‘pacchetti’ turistici tutto compreso. Occorre identificare un periodo propizio (non è difficile) e concentrare lì gli sforzi. Per esempio, dal giovedì al martedì grasso, con due sfilate che potrebbero avere contenuti diversi”.
Quest’anno sono stati limitati i carri rionali che parteciperanno alla sfilata. Il Liceo scientifico per esempio non avrà il carro, ma parteciperà con un gruppo mascherato. Le protesta non mancano: la Croce Verde non parteciperà alla sfilata nemmeno con la mascherata. Avete spiegato bene le cose?
“Da tempo si diceva che le costruzioni sul viale a mare erano troppe. E si rilevava da parte di osservatori esterni che non tutti i carri erano all’altezza. I viareggini conoscono benissimo la differenza tra un carro ‘professionale’ e una costruzione rionale. Ma un forestiero può equivocare facilmente. Abbiamo cercato di snellire la sfilata e di elevare la qualità, parlandone con gli interessati a più riprese. Qualcuno ha capito, altri meno. E’ stato un lavoro estenuante, introdurre anche il minimo cambiamento è difficilissimo, ci sono sempre delle lamentele. Io comunque mi sono assunto le mie responsabilità, e il sindaco mi ha lasciato la massima autonomia decisionale”.
L’impressione (senza generalizzaree) è che si possa elevare la qualità anche tra i costruttori professionisti…
“E’ quello che stiamo cercando di fare. Abbiamo coinvolto i carristi nella commissione che dovrà studiare il nuovo bando. E’ una novità, e promette bene. I carristi sono gente difficile, come tutti i creativi. Rispetto alla mia esperienza di 20 anni fa li ho trovati più duttili, sono anche un po’ imprenditori. Nei primi confronti sono emerse differenze, com’è logico che accada. Riprenderemo il lavoro a marzo e credo che riusciremo a trovare un punto d’incontro ragionevole”.
Parliamo di segnali. Avete esordito con la riduzione del prezzo dei biglietti cumulativi, sceso da 28 a 25 euro. Non avete timore di incassare di meno?
“Intanto è una decisione che va nell’interesse dei viareggini, i primi acquirenti dei cumulativi. E’ stata dettata da considerazioni di mercato: credo che il prezzo fosse percepito come troppo alto. Mi auguro che il taglio rimetta in moto la domanda. Quest’anno vorremmo inoltre ridurre il numero dei biglietti omaggio, che nel 2008 sono stati 11.700. Il mio primo impulso è stato quello di dire: puntiamo all’obiettivo di 5mila omaggi. I miei collaboratori dicono che è troppo basso. Diciamo allora che la riduzione sarà molto sensibile. A proposito di biglietti omaggio: ho dato disposizione perché siano garantiti ai discendenti diretti (figli e nipoti) dei carristi che hanno fatto grande il nostro Carnevale. E’ un modo per onorare la memoria dei D’Arliano, dei Pardini e di tutti i maestri della cartapesta del passato”.
Un fatto positivo?
“Il Carnevale è stato inserito ufficialmente nel patromonio culturale del nostro paese. Un primo passo, per il quale voglio ringraziare il ministro Bondi. Il prossimo sarà l’ingresso tra le manifestazioni tutelate dall’Unesco”.
u. g.
Fonte: La Nazione