La nascita dei Corsi Mascherati a Viareggio (non del Carnevale a Viareggio che si festeggiava anche prima della storica data) è avvolta da un’aura di mistero, con narrazioni che miscelano mito e storia.
Partiamo subito col dire che non esiste un riscontro storico diretto di quanto accade nella fatidica data. Infatti la più datata narrazione circa gli eventi di quel giorno, risale ad un articolo apparso su “Viareggio in Maschera 1928”, rivista ufficiale del Carnevale di Viareggio del 1928 e quindi a ben 55 anni dopo la data in oggetto.
Ecco come è raccontata la cronaca della “fatal data”:
La sera del lunedì, penultimo giorno del carnevale (del 1873 n.d.r.), una brigata di giovani – giovani allora… – radunata secondo le costumanze del tempo nelle sale del R.Casino, commentava sfavorevolmente il fatto che i viareggini dovessero recarsi a Lucca o a Pisa se volevano assistere ad un corso mascherato.
“Perché non facciamo il corso a Viareggio?” propose uno.
“E domani stesso?” Incalzò un altro.
La proposta lanciata per scherzo, applaudita dalla radunanza, si tradusse in fatto il giorno dopo (25 febbraio 1873 n.d.r.). E la via Regia (il corso della Viareggio d’allora) vide sfilare dopo le 14 un pazzo corteo di carrozze da piazza, bardate di festoni e di fiori, con le più goffe maschere a cassetta, che, ancora sprovviste delle armi ufficiali del Carnevale – coriandoli,stelle filanti, ecc. – si contentavano di riempire la strada di canti e di grida, con spreco di arguzie e di spirito alimentato abbondantemente dal generoso vino toscano.