La maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, inventata da Uberto Bonetti, è un toccasana per la psiche e il buonumore. A dirlo è uno studio che rivela: travestirsi, cambiare identità, fa bene. Tutto l’anno. A patto che questo avvenga in un contesto di socializzazione e non solo attraverso i social network. Parola di psicologi, che hanno svolto uno studio sull’impatto psichico delle maschera, su un campione di 1.200 persone dai 16 ai 55 anni, a cura della psicologa Serenella Salomoni, presidente dell’Associazione “Donne e qualità della vita”.
TRAVESTIRSI FA BENE TUTTO L’ANNO
Emerge che travestirsi in contesti festosi o ludici è un toccasana per la psiche e il buon umore. Non solo nei momenti canonici come può essere il Carnevale o Halloween, ma anche in periodi diversi dell’anno.
Indossare una maschera o un costume ha un effetto positivo sull’equilibrio psichico. Una festa in maschera aiuta a combattere il cattivo umore (66 per cento dei casi), facilita il dialogo di coppia (37% dei casi); contribuisce a essere più sinceri con se stessi e con gli altri nel 54 dei casi. Indossare una identità diversa fuori stagione è anche, secondo gli psicologi, un incentivo ad avere una vita più creativa nel 54 % dei casi. Mascherarsi inoltre incentiva uno spirito auto ironico nel 23 per cento dei casi. Mentre giocando con la propria identità spesso è possibile trovare la soluzione ai propri problemi come annota un intervistato su 4.
BURLAMACCO LA PIU’ TERAPEUTICA
Ma quali sono le maschere più terapeutiche? Al primo posto si colloca Burlamacco, classica e imperitura icona viareggina. Per lo studio “stimola il bambino che c’è in ognuno di noi e abbatte le barriere sociali e i muri comunicazionali”. Al secondo posto si piazza la maschera di Pulcinella giudicata “un simbolo positivo della solarità e della autoironia mediterranea”. Terzo posto per la sofisticata, creativa ed enigmatica maschera veneziana “adatta ai giochi sociali di ruolo e per alimentare incontri interessanti.” Quarta un classico della commedia dell’arte la raffinata maschera calabrese del Giangurgiolo per chi preferisce feste in costume più irriverenti e scanzonate. Intramontabile, la icona bergamasca di Arlecchino per chi ama prendersi e prendere in giro e preferisce la farsa scacciapensieri alle feste canoniche.
IL GRAN GALA’ DELLE MASCHERE
Proprio le maschere sono le protagoniste del Gran Galà in programma venerdì 16 giugno al Teatro del Giglio di Lucca (ore 21,30). Un’occasione per poter rivivere le emozioni delle coreografie che hanno animato quest’anno il Carnevale di Viareggio. La manifestazione è frutto della collaborazione tra i Comuni di Viareggio e Lucca e la Fondazione Carnevale di Viareggio. La serata è dedicata a Gilbert Lebigre, autore di straordinarie macchine allegoriche per il Carnevale di Viareggio, che lo hanno reso internazionalmente celebre. Lebigre, scomparso nel 2016, con la Compagnia del Carnevale, fu un profondo innovatore, dando ai figuranti dei carri allegorici un ruolo nuovo e più coinvolgente per il pubblico. Sul palcoscenico del Giglio si alterneranno le esibizioni dei gruppi in maschera delle opere allegoriche di Roberto Vannucci, Jacopo Allegrucci, La Compagnia del Carnevale di Lebigre e Roger, Umberto e Stefano Cinquini e Massimo Breschi, cui si aggiunge il gruppo in maschera I Salmastrosi. Nel corso del Gala, saranno proiettate le suggestive immagini dei carri in sfilata, per ricreare l’atmosfera dei Corsi Mascherati. Grazie alla collaborazione con La strada del vino e dell’olio Lucca Montecarlo e Versilia, a fine serata, un brindisi con l’ottimo spumante delle colline lucchesi. I biglietti sono già in vendita alla Fondazione Carnevale (Cittadella), al Teatro del Giglio e presso tutti i punti vendita autorizzati box office (a Viareggio e Lido di Camaiore: Versilia Vacanze, ACI Viareggio, Coop Viareggio). Il costo del biglietto è di 10 euro, il ricavato andrà all’associazione Il Germoglio di Viareggio.