Non sono e non sono mai stato un carnevalaro, di quelli con la sveltolano la bandiera e non resistono dal fare quattro salti al rione, ma amo la mia città, ne apprezzo le tradizioni e il lavoro di tutti quelli che ne vogliono recuperane la spontaneità.
Anselmo Pulga, mio padre, avrebbe sicuramente apprezzato l’opera dei Carnevalari che hanno ospitato all’interno del proprio spazio il premio a lui intitolato, perché, come loro, non amava prendersi troppo sul serio e apprezzava la spontaneità e la genuinità di chi, con un po’ di fantasia, riusciva a ridere alla vita divertendosi e facendo divertire…
La magia del Carnevale è propria questa, per qualche giorno si dimentica il confine tra artista e spettatore e ognuno diventa protagonista di uno spettacolo senza palcoscenico, di una commedia senza copione. Forse la magia del Carnevale è racchiusa in questo solo concetto.
Il premio Anselmo Pulga, alla sua seconda edizione, ha, cambiato in solo due anni, due case e anche un po’ il carattere. La prima è stata l’accogliente Rete Versilia.
E come dice un proverbio, forse toscano non c’è due senza tre!Stando alla saggezza popolare, il prossimo anno potrebbe essere ospitato dalla Fondazione Carnevale alla quale ho dato sempre la mia massima disponibilità alla collaborazione, sia per il suo impegno che per quello che ha rappresentato e rappresenta per la città.
Dal Premio Anselmo Pulga, credo siano state confermate delle giovani promesse, tre ragazzi con una grande capacità di comunicazione, diretta, pura e nuova.
Sono Enrico Botta, Lorenzo Biagini e Daniele Biagini, allievo dalle buone intuizioni di Anselmo Pulga.
Non nego che mi piacerebbe vederli, forse il prossimo anno, ad interpretare una commedia di Enrico Casani.
Le tradizioni sono importanti, ringrazio per questo e per il loro impegno nel sociale la Compagnia dei Matti, alla quale ho dato il massimo sostegno per reperire le musiche originali di mio padre, sempre molto attento alle esecuzioni dal vivo, specie quando si trattava di Carnevale e quindi di spontaneità.
Sono convinto che sarebbe un momento di svolta, che, partendo dalla tradizione, potrebbe aprire nuove prospettive per la tradizione teatrale carnevalesca. Un’iniziativa del genere avrebbe tutto il mio sostegno.
Matteo Pulga