Articolo scritto da Simone Pierotti in occasione del decennale del Festival di Burlamacco.
“Non c’è due senza tre”: i Carnevalari colgono alla lettera il messaggio del noto adagio. Nel senso che per la seconda edizione del Festival di Burlamacco decidono di aggiungere un’ulteriore, terza serata al programma (giovedì 10, venerdì 11 e sabato 12 gennaio). Ma l’aumento più significativo riguarda il numero di canzoni in concorso: dalle nove del 2007 si passa a dodici, segno che tanti sono gli aspiranti chansonnier in cerca di gloria. Tra i tanti nomi nuovi segnatevi quello di Daniele Biagini. Intanto perché, acconsentendo di curare gli arrangiamenti di tutte le canzoni in gara, contribuirà alla crescita artistica e professionale del Festival. E poi perché lo ritroverete più avanti leggendo in quella che sarà una sorta di spartiacque del concorso canoro.
Intanto torniamo al 2008 e alla seconda edizione: i Carnevalari sono chiamati chiamati a mantenere – se non addirittura a perfezionare – il bel debutto di un anno prima. Il canovaccio e la squadra di conduttori (Luca Bonuccelli, Tiziana Gragnani, Paolo Jellersitz e Andrea Paci) non si cambiano. E nemmeno l’idea di far vivere una serata da protagonisti ai più piccoli amici di Burlamacco, i bambini delle scuole elementari che ripropongono le canzoni più amate dai viareggini, e ai ragazzi del gruppo “Amici insieme” della Parrocchia di Santa Rita.
Ma non c’è solo uno sguardo rivolto ai carnevalari del domani: sul palco del Teatro Jenco, addobbato nuovamente a festa con il rosso, il bianco e nero e lo striscione “Qui felicità”, si esibisce Bonino con il suo storico successo “Polvere di sole”. E poi c’è il commovente ricordo di Piero Ghilarducci, interprete della canzone ufficiale del 1984 con dei trascorsi pure tra le maschere isolate e le mascherate di gruppo, da parte della figlia Silvia: proprio a “Pierino” verrà successivamente intitolato un premio speciale per la migliore interpretazione dal vivo in chiave carnevalesca.
E ancora: il pubblico canta a squarciagola “Come un coriandolo” e batte le mani quando prende il microfono Egisto Olivi, che segue divertito lo spettacolo dalla platea, mentre gli spettatori accompagnano con comprensibile coinvolgimento l’esibizione della Libecciata diretta dal maestro Antonio Bertozzi.
Per la serata conclusiva, quella di sabato, i biglietti sono già esauriti da tempo: nonostante le festività natalizie si siano concluse da nemmeno una settimana, insomma, la voglia di Carnevale di tanti viareggini si tocca con mano. E le canzoni in gara non sono da meno. Ma ce n’è una in particolare che colpisce la giuria presieduta da Gianluca Domenici: è “Viareggio ballerà” di Daniele Biagini che racconta la voglia di far festa sui viali a mare che non è mai scemata dalle origini del Carnevale fino ai giorni nostri.
A trionfare è proprio lui, davanti a “Io maschio viareggino”, scritta da Lisa e Aldo Turiani e interpretata da Lorenzo Biagini e Andrea De Nisco. Al terzo posto Vasco Lari con la divertente “Un coriandolo su Marte” composta assieme all’inseparabile Pino Celi. Per il secondo anno consecutivo viene assegnato il Premio Anselmo Pulga al cantante più giovane – ex aequo tra Lorenzo Biagini e Andrea Caruso -, mentre la giuria decide di inserire anche una menzione speciale per la raffinata “Viareggio madame” di Francesco Toscano. Che sì, magari sarà poco ballabile sui carri e rioni, ma sa avvolgere con la sua spiccata poesia.
In quello stesso anno la Fondazione Carnevale riporta in auge il Festival dei Rioni, da cui esce la canzone ufficiale: per la cronaca vince “Viareggio vivi” di Enrico Botta. Per qualcuno parte, inevitabilmente, il dualismo tra i concorsi. I Carnevalari, però, non cercano lo scontro: si limitano a ricordare che, con un po’ di buona volontà e uno zoccolo e una ciabatta, tutto è possibile.
E ti trascinerà
Con le sue grandi braccia abbraccerà
Di cuore ti amerà
In tutto il suo splendore ballerà…
Viareggio ballerà
Viareggio canterà
Viareggio ti fa innamorar di sé
Viareggio ballerà sembra una favola
E come una stella in cielo brillerà.