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Le musiche del Festival dei rioni 2006

Le musiche del Festival dei rioni 2006

Ecco le musiche del secondo Festival dei rioni: insieme al riproduttore musicale potete anche trovare i testi. Buon ascolto!

Siamo in tanti, siamo belli,
siamo fieri e un po’ monelli
ma che noia poi vi si darà.
(Vade retro vani peccatori!)
Su stringiamoci fratelli,
l’anatema han fatto quelli,
sosteniamo la diversità.
(Anatema Santa Inquisizione!)

E son tutti lì che non s’arrendono
(Dannazione!)
ma com’è potuto capitar.
(Perdizione!)
Quei bigotti lì che non capiscono
(Vade retro!)
che questo è vero amore,
che è vera civiltà
ma vi dovete solo rassegna’.

E io te quiero
o grande Zapatero,
tu che hai domato il Clero
sei il nostro Matador.
(Anatema!)
Con lo sguardo fiero
o grande Zapatero,
sei macho e gran torero,
vogliamo sempre e soltanto te.

Contro il falso perbenismo
solo vuoto conformismo,
questo nostro orgoglio vincerà.
(Vade retro!)
Questi patti vanno fatti
o diventeremo matti,
ogni coppia ora si amerà.
(Anatema Santa Inquisizione!)

Quei bigotti lì che non capiscono,
(Dannazione!)
non si può fermar la civiltà.
(Perdizione!)
Queste unioni ora ci permettono,
(Vade retro!)
son legami naturali
che è vera civiltà,
ora l’amore vero vincerà.

E io te quiero
o grande Zapatero,
tu che hai domato il Clero
sei il nostro Matador.
(Anatema, scaglia l’anatema!)
Con lo sguardo fiero
o grande Zapatero,
sei macho e gran torero,
vogliamo sempre e soltanto te.
(Vade retro, forza, vade retro!)

Con lo sguardo fiero
o grande Zapatero,
sei macho e gran torero,
vogliamo sempre e soltanto te.
(Vade retro, vade retro!)

Come Mozart e Beethoven
suonerei
ma mi manca uno strumento
e nulla più
per comporre questa opera d’amor.
Se mi dai la tua chitarra suonerò
non più da solo il violoncello;
ti mostrerò quanto sia bello
il duetto in do maggiore
da suonare con me.

Sulla scala dell’amore
ho consumato il pentagramma;
sulla scala dell’amore
vado sempre più giù;
sulla scala dell’amore
c’è un violoncello solitario,
un malato immaginario
da tirare un po’ su.

Sulla scala dell’amore scriverei
le tre note che mi fanno innamorar,
un duetto insieme a te io voglio far,
lo strumento è già pronto per suonar.
Un quattro quarti audace e spinto,
un mezzo tango o una mazurka
e se ti senti un po’ polka
impazzire mi fai.

Sulla scala dell’amore
m’è preso forte il batticuore;
sulla scala dell’amore
suono solo per te;
sulla scala dell’amore
ho visto la tua chitarrina,
la suonerò fino a mattina
e la nota va su

Sulla scala dell’amore
ti do la chiave di violino;
sulla scala dell’amore
hai scritto Si-La-Do;
sulla scala dell’amore
volevo solo un minuetto,
è uscito fuori un bamboretto
che si chiama Re-Mi,
Re-Mi!

Signori, con fare attento
mi presento, eccomi qua,
son la voce di un lamento,
di ogni cosa che non va.
sarò forse un impertinente
ma non me ne importa niente,
il mio stimolo è la vita,
ohi che vita, ohi che vita,
ma il mio stimolo è la vita
e questa splendida società.

Tricche tra’
questa splendida società
tricche tra’
chissà mai come finirà?

E racconto di ingiustizie
accadute malamente
alla semplice e povera gente
e il Palazzo non vede e non sente,
e il Palazzo non vede e non sente
e la povera gente tira a campa’.

Sono la stella più fine e più bella
son io Pulcinella, guardate un po’ qua.
Sono l’ancella che canta e stornella
le mille vicende di questa città.
Niente mi ferma e nessuno potrà
farmi tacere con l’autorità
per le sincere parole già dette,
unico simbolo di libertà.
Sono la stella che canta e che balla
son io Pulcinella, guardate un po’ qua.
Sono la musica, l’inno alla vita,
la storia infinita che voglio canta’.

Quanno m’illumino sotto ‘stu’ sole,
quanno m’incanto d’innanzi ‘stu’ mare
nun ce sta cosa cchiù bella ‘e cantare
la Libertà!
Quanno m’illumino sotto ‘stu’ sole,
quanno m’incanto d’innanzi ‘stu’ mare
nun ce sta cosa cchiù bella ‘e cantare
la Libertà!

Ripeto l’appuntamento
per le strade di città,
chi volesse un mio commento
tutti i giorni sono qua.
Del teatro io son la mente,
a volte faccio l’insolente,
ma la scena è la mia vita,
ohi che vita, ohi che vita,
ma la scena è la mia vita,
metto a nudo la verità

Tricche tra’
metto a nudo la verità,
tricche tra’
chissà mai cosa ne uscirà.

E racconto di ingiustizie
accadute malamente
alla semplice e povera gente
e il Palazzo non vede e non sente,
e il Palazzo non vede e non sente
e la povera gente tira a campa’.

Sono la stella più fine e più bella
son io Pulcinella, guardate un po’ qua.
(Ueh, ueh, ueh ,ueh)
Sono l’ancella che canta e stornella
le mille vicende di questa città.
(Ueh, ueh, ueh ,ueh)
Niente mi ferma e nessuno potrà
farmi tacere con l’autorità
per le sincere parole già dette,
unico simbolo di libertà.
Sono la stella che canta e che balla
son io Pulcinella, guardate un po’ qua.
(Ueh, ueh, ueh ,ueh)
Sono la musica, l’inno alla vita,
la storia infinita che voglio canta’.
(Ueh, ueh, ueh ,ueh)

Quanno m’illumino sotto ‘stu’ sole,
quanno m’incanto d’innanzi ‘stu’ mare
nun ce sta cosa cchiù bella ‘e cantare
la Libertà!
Quanno m’illumino sotto ‘stu’ sole,
quanno m’incanto d’innanzi ‘stu’ mare
nun ce sta cosa cchiù bella ‘e cantare
la Libertà!

(Ueh!)

Ho comprato le Cirio,
pomodori pelati,
tanti euro in azioni
e non li ho neanche mangiati.
Disse il mio promotore:
“Le venderà a peso d’oro”.
Non c’ho più neanche un euro
e son pelato come loro.

Bravo,
son stato proprio bravo,
mi son fidato e adesso
non so più cosa far.
Borsa
come una sala corsa.
È solo una scommessa
ma il Banco vincerà.

Parmalat ho comprato
mucche, formaggio e latte
ma poi il latte è scaduto
e son rimasto in ciabatte.

Bravo,
son stato proprio bravo,
mi son fidato e adesso
non so più cosa far.
Piango
ed anche il promotore,
assieme al direttore,
in Banca vuol cantar.

Ma vaffambot!
Ma vaffambot!
Io ti ci mando con tutto il cuore.
Ma vaffambot!
La Borsa scende, la Borsa sale
ma per noi è sempre uguale,
siamo dei perdenti,
dei contribuenti,
siamo i numerini dei conticorrenti.

Con il Bond argentino
mi son fatto un bel tango,
adios miei dineros,
faccio il casqué e piango.

Bravo,
son stato proprio bravo,
mi son fidato e adesso
non so più cosa far.
Piango
e strozzo il promotore
assieme al direttore
e canto esta cancion.

Ma vaffambot!
Ma vaffambot!
Io ti ci mando con tutto il cuore.
Ma vaffambot!
La Borsa scende, la Borsa sale
ma per noi è sempre uguale,
siamo dei perdenti,
dei contribuenti,
siamo i numerini dei conticorrenti.

La Borsa scende, la Borsa sale
ma per noi è sempre uguale,
semo dei perdientos,
dei contribuentos,
semo numerignos
de quentacurentos.

“C’era una volta un diavolo di sinistra…”
“E un diavolo di destra”
“Oh!”

Viva la rissa elettorale
se non la va la spacca
perché ‘sta volta o vado a fondo
o potrò avere tutto il mondo.

E non cercare di fermare
quest’anima infernale,
il mio progetto si farà,
scrivilo pure sul giornale.

Un bel contratto col Paese,
qualche tangente senza offese,
un treno ad alta velocità
mi porta dritto al Quirinal.
Son perfetto, son l’eletto,
non mi rimane che aspettar
i miei fedeli, sorridenti
ed impazienti di votar.

Pagar le tasse, che piacer,
costeran meno di un caffè;
in Parlamento si può far
e non è il caso di bruciar!

Non rosicarti per il PIL,
anche se è andato in tilt.
Son conti strani
e van saputi bene interpretar.

Compagni, attenti! L’avversario
è proprio un diavoletto,
tante promesse da delirio
e poi ti ruba tutto.

Che cosa fare non si sa
per questa nostra Italia
però quel mostro senza dubbio
è l’unico che sbaglia.

Un po’ d’astuzia ci vorrebbe
contro il re dell’illusion:
mobilitiamo anche i marziani
con Pannella e i Rolling Stones.

Sarà un’armata un poco rossa
che dal basso sale su,
che dopo il voto, gentilmente,
dovrebbe tornar giù.

Pagar le tasse è il tuo dover,
la colpa è del nemico, è ver
e in Parlamento lavorar
è sempre meglio che bruciar!

Non preoccuparti più del PIL,
anche se è andato in tilt!
Se vinceremo lo sapremo bene calcolar.
Se vinceremo lo sapremo bene calcolar.

“Scusa, ma il Diavolo è di sinistra o di destra?”
“Beh, sarà ambidestro!”

Ti ho incontrato da Cocuzza
dissi: “Sei la mia ragazza”
Esci pazza per me, ah, ah, ah, eh, eh, eh.
Relazione molto vispa
profetava Bruno Vespa.
Sessualmente un po’ osé
concluse Crepet.
Ci sposammo da Costanzo
tanto manza e tanto ganzo.
Fu così che poco dopo
festeggiammo le nozze,
l’impepata di cozze
alla Prova del Cuoco.

Consumammo novelli sposi
dentro l’Isola dei Famosi
con un vago senso di colpa
perché ero la Talpa.

Si salvi chi può. (x6)

Ottenemmo Un posto al sole ,
sotto 1000 riflettori
noi facemmo due figliole.
Una è genio, l’altra è idiota
rispondendo a Mike Buongiorno
piace al pueblo analfabeta.

Ma quando venne primavera
per lo scoop, per la natura
mi invaghii della Simona Ventura,
per lo share che rende orbi
tu facesti un po’ la Barbie
civettando assai con Sgarbi.
Per gli ascolti io fui geloso
come Albano con la Lecciso.
Quest’amore ora è visto nero
come Biagi e Santoro.

Si salvi chi può (ad lib.)

Link utili

  • L’albo d’oro delle canzoni del Carnevale di Viareggio è riportato in questa pagina.
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  • I testi dei Festival di Burlamacco li potete trovare in questa pagina.