Ecco i carri che sfileranno sulla Passeggiata di Viareggio il 31 gennaio, 7, 14, 16 e 21 febbraio 2010 in occasione del Carnevale 2010.
Alfabeto Apocalittico – di Alessandro Avanzini
Prima descrizione
Intorno al 1970 nell’area adiacente alle fabbriche di via Marco Polo il regista Luca Ronconi allestì l’Orlando Furioso nell’adattamento di Edoardo Sanguineti. Lo spettacolo fu l’occasione per riunire in uno stesso spazio fisico il lavoro di un poeta e di un uomo di teatro: lo sfondo, attivo sebbene celato, furono i luoghi di produzione del Carnevale. Stretto tra le due quinte la scena descriveva una piazza comune dove versare l’azione dei teatranti: fu la prima, involontaria prefigurazione di una città per/del Carnevale, il primo fantasma di una Cittadella.
Seconda descrizione
Nonostante il consumo contemporaneo la poesia nasce come espressione pubblica, collettiva. Rammentata e trasmessa di voce in voce racconta l’espressione l’esperienza singolare e plurale di uno e di tutti. Liberata dai fogli e dagli inchiostri che ne trattengono il suono e l’energia può tornare a quella circolazione virale fatta di accenti, musiche, corpi che ne segnarono la sua grande infanzia (l’arte come è stato più volte notato, non ha mai a che fare con l’originale ma con l’originario).
Terza descrizione
Apokálypsis, ovvero della rivelazione. Che si tratti della dissoluzione di un antico equilibrio naturale (Baj da Lorenz) o di un destino condiviso, sembra lecito usare il vocabolo per narrare alcuni episodi del nostro tempo, della condizione in cui siamo gettati. Apocalisse non è solo l’avveniente, il futuro stabilito, ma anche la matrice talvolta dissimulata che ci governa, che ci disciplina.
Quarta descrizione
Metamorfosi delle figure: Coppo di Marcovaldo, Giudizio Universale nel Battistero di Firenze, Maestro di Torcello, Giudizio Universale, nella cattedrale di Santa Maria Assunta, Hieronymus Bosch, Trittico delle Delizie e Trittico del Giudizio, Luca Signorelli, Cappella di san Brizio nel Duomo di Orvieto, Enrico Baj, Dame e Cavalieri, Apocalisse.
Quinta descrizione
Alfabeto apocalittico: scritto nel 1982 da Edoardo Sanguineti consiste in una serie di 21 ottave, una per ogni lettera dell’alfabeto italiano. L’editore Rizzardi ne pubblica una versione con immagini di Enrico Baj.
L’amore rubato – di Massimo Breschi
Il devastante fenomeno della violenza contro le donne è un’emergenza che si manifesta in ogni angolo della Terra: aggressioni, maltrattamenti, molestie, abusi e stupri colpiscono donne di ogni etnia, età e classe sociale. La vita delle donne è una sfida tra la libertà e l’ingiustizia, una lotta tra la gioia di esistere e la paura di vivere in un mondo incapace di difendere i propri simili. Essere donna oggi vuol dire sentirsi fragile e indifesa come una farfalla che non può volare liberamente ma rischia di subire l’incontrollabile ferocia che si annida nell’istinto animalesco degli uomini. La società non può accettare che i diritti umani siano oltraggiati e umiliati, occorre trovare gli strumenti necessari ed un impegno concreto da parte di tutti gli Stati per combattere la violenza contro le donne e sostenere il diritto alla vita del mondo femminile.
Silvio Mani di Forbice (2.000.000 di posti di lavoro in meno) – di Simone Politi e Priscilla Borri
La crisi economica che stiamo attraversando, scarica la drammaticità dei suoi effetti sulle fasce più deboli della popolazione… Si stima che siano già due milioni le persone che hanno perso il lavoro… e il numero sembra destinato a crescere. Il sistema di protezione e benessere sociale, inclusi i servizi, viene smantellato dal governo nazionale… attraverso tagli pesanti ai fondi destinati alle regioni, enti locali, politiche sociali, famiglia, ricerca, giustizia, politiche giovanili, pari opportunità, cultura, istruzione….
Il carro “Silvio mani di forbice” prendendo spunto dal film gotico, ambientato in clima decadente di Tim Burton Edward Mani di Forbice, tratta l’attuale tema della crisi, gestita dai nostri governanti con una politica di tagli…
Nella nostra incoronata Italia, demoralizzata, assopita e indolente… di fronte alla perdita repentina delle conquiste sociali del passato…ecco l’ottimista Silvio… mani di forbice!! Personaggio creativo e distruttivo allo stesso tempo che munito di lame molto taglienti ci tranquillizza sull’operato dei suoi collaboratori, promettendoci di sfoltire anche il numero dei parlamentari e diminuire l’onorario di quelli rimasti. Intanto il nano‐ministro Brunetta munito di ascia, abbatte gli “enti‐pubblici” ridefinendoli “enti inutili”; la Gelmini amputa l’istruzione, Tremonti interviene sulla spesa pubblica mentre Alfano taglia i fondi della Giustizia. Nel bel giardino dei malgoverni… trascurato… ogni ramo verrà potato… sfoltito, ridimensionato… con ritmo serrato Silvio mani di forbice invita all’ottimismo e sollecita: “Per uscire dalla crisi immediatamente… tagliamo tutto indistintamente”.
Thriller Party – di Gionata Francesconi
Michael Jackson, massimo rappresentante del pop rock, interprete autentico di quest’epoca schizofrenica, eterno bambino, come un
vero Peter Pan vola nell’infinito nelle vesti di un danzatore meccanico come un automa. Michael Jackson in realtà non è scomparso! Si è semplicemente guastato ed è in riparazione per tornare ad un nuovo concerto dal titolo THRILLER PARTY che si realizza scenograficamente con la presenza di un suo ritratto sospeso da una mano meccanica che lo sostiene.
La scena del nuovo spettacolo è ambientata in un’atmosfera metropolitana pop resa tramite tralicci sulla cui sommità stanno degli automi “scheleton” e festosi scheletri sospesi come nella raffigurazione radiografica psichedelica. Continua un percorso di Carnevale partito nel 1993 con la costruzione “Sei bellissimo” un carro che ha seguito la storia di costume e per cui oggi propongo un remake dedicato allo stesso soggetto. Tutti avranno l’opportunità sui viali a mare di incontrare il re del pop, amarlo sempre di più, e meccanicamente danzare con lui al Carnevale di Viareggio.
Viareggio nel cuore – di Fabrizio Galli
Un evento imprevedibile. Una città ghiacciata dall’accaduto. Il freddo che penetra nelle ossa, nel midollo, un freddo che ci prende l’anima. Si è formato un grande cristallo di ghiaccio che ci pervade e ci rende immobili. I bambini sentono che c’è qualcosa che non va, ma per loro la forza della vita è superiore a tutto.
Il più scanzonato, il più ribelle arriva con un martello in mano. Non gli piace quella figura che gli si presenta davanti, lui vuole un mondo diverso, un mondo di colore e di calore, di musica e divertimento. Ibernato nel ghiaccio c’è un cuore. Va liberato. I cristalli hanno sempre un punto debole ed è lì che colpirà, innescando una reazione a catena e incontrollata.
“Risorgi ancor più bella o viareggina”.
Il petto portentoso si avvicina
con tutto il tuo amore
incastonaci il cuore
il carnevale gli occhi aprirà
e con il suo splendido sorriso ti guarderà.
Le maschere appariranno
E come sempre danzeranno
Con il simbolo del sole
Ma senza dimenticare
“Giustizia e verità
per la nostra città”
“Giustizia e verità
Per la nostra città”
Vigili saremo
Per questo non temere
Viareggio ti ho nel cuore.
Padroni a casa nostra! Soluzione finale – di Gilbert Lebigre & Corinne Roger
Diario di bordo, nave carroccio, anno 2046
Grazie alle più moderne tecnologie della nostra civiltà superiore abbiamo elaborato una potente struttura in grado di traghettarci, senza rischi di contaminazione, alla ricerca di nuovi pianeti abitabili. Questa splendida Cittadella mobile che garantisce totale sicurezza e incolumità per i suoi abitanti è dotata di formidabili armamenti e tecnologie difensive che già hanno dato prova della loro devastante efficacia sulla terra e sono in grado di respingere ogni tentativo di approccio da parte di corpi estranei. I felici abitanti di questo vascello sono al riparo da ogni incontro (fortuito e fuorviante) con realtà pericolose in grado di destabilizzare le sacre certezze, ribadite incessantemente dalla grande scatola magica… (Speriamo meglio nel 2047)
Metti in moto l’allegria – di Carlo Lombardi
Metti in moto l’allegria è un motto alla spensieratezza, alla voglia di divertirsi a lasciare a casa tutti i problemi e per un giorno vivere la gioia del Carnevale. Il grande motore che compone la costruzione è pronto a mettersi in moto e a dar vita alla festa, i potenti pistoni, ed il corpo centrale del motore si apriranno per dare il via al Carnevale Viareggino. Dalla sua scura mono‐cromaticità, il motore si trasformerà in una moltitudine di colori vivacissimi con clown e pagliacci nostrani pronti a regalare momenti di gioia e di amore.
Machinarium – di Franco Malfatti
Una visione futuristica di un non troppo lontano domani in cui l’uomo si trova a vivere la propria esistenza in una società dove è fondamentale solo che si lavori e si costruisca e, cosa più importante di tutto, che si consumi quello che si è prodotto.
Un ciclo chiuso che porta benefici interessi ai pochi padroni del mondo a cui non importa chi sei e cosa pensi: sono loro che progettano che sia proprio tu l’artefice di una macchina che costruisce robot atti a sostituirti o peggio, che ti hanno già sostituito senza che te ne sia ancora reso conto.
Paesaggio… La città del Carnevale – di Alfredo Ricci
Pensando a Viareggio non puoi fare a meno di pensare al Carnevale. Una tradizione che ha radici antiche e che ormai fa parte della storia di questa città.
Ho pensato a questo carro, come a un omaggio dedicato a questa festa, fatta di colori e fantasia. Ed è proprio la fantasia componente essenziale del nostro mestiere che mi ha portato a immaginare un paesaggio. Un paesaggio inusuale, una composizione formata da “totem”, ognuno dei quali rappresenta in modo stilizzato le caratteristiche e le particolarità di Viareggio.
Il nostro è un mestiere antico, da cui nascono oggetti, resi preziosi dalla materia e dalle cromie ad essa collegate. In questa costruzione, artigianalità e manualità si fondono insieme all’innovazione di linee; i fogli impastati di colla e modellati, si uniscono all’utilizzo di materiali nuovi. Come accade nella realtà, tutto cambia anche i paesaggi, che uniscono nel loro aspetto l’antico e il nuovo che avanza.
Una sola madre: la terra – di Roberto Vannucci
Il carro avrà al centro due grandi cigni che saranno ancorati sopra un traliccio in acciaio, con doppio pantografo a sua volta costruito su una ralla. Il movimento permetterà al gruppo dei cigni un effetto molto particolare e altamente spettacolare in quanto spazieranno sopra la costruzione dando un effetto di leggerezza e dinamicità.
I colli dei cigni saranno movimentati in più parti, gli occhi e la testa snodati. La struttura di sostegno di queste figure sarà in acciaio tubolare con perni e contrappesi, con tiranti in gomma. I movimenti saranno azionati a mano. I fiori con all’interno i neonati saranno collocati su tubolare in acciaio con movimento a pendolo contrappesato. I petali dei fiori con un complicato ma efficace movimento si chiuderanno e si riapriranno ottenendo un effetto molto particolare e poetico. Tutte le altre strutture della costruzione saranno in tubolare di acciaio.
La danza del drago – di Renato Verlanti e Fratelli Bonetti
Fin dai tempi più antichi i miti e le leggende sono stati popolati di mostri incantati, dalla forza sovrannaturale. Il più potente era il drago, forse l’animale mitologico più diffuso e complesso del mondo: creatura con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di un pipistrello. I draghi avevano incredibili poteri sovrannaturali e soprattutto erano malvagi e distruttivi.
In ogni mito, in ogni leggenda occidentale, il drago fa la parte del cattivo. L’origine dei draghi si perde nei meandri della storia dell’uomo: compaiono nelle leggende dei popoli del passato, sia europei che orientali, ma la concezione è notevolmente differente: mentre nelle zone occidentali i draghi erano considerati l’incarnazione del male, portatori di distruzione e morte, in oriente erano visti come potenti creature benefiche. Il corpo di serpente rappresentava l’acqua portatrice di vita, attributo delle divinità celesti e simbolo di imperatori e imperatrici.
In Cina il drago è simbolo della potenza e del collegamento tra cielo e terra; il suo danzare negli spazi aperti rappresenta un “marcare” il territorio della civiltà, dell’armonia, della cultura. È proprio dal concetto benefico derivante dalla cultura cinese che la costruzione del carro prende spunto, per esorcizzare tutte quelle negatività che l’uomo causa a partire dall’inquinamento terrestre sino alle guerre che hanno come finalità solo quella dell’interesse economico che celandosi dietro una maschera apparentemente innocua, nasconde la vera crudeltà dell’uomo. In questa nostra rappresentazione, il drago rosso (colore portafortuna per i cinesi) coinvolge un gruppo di maschere dell’opera di Pechino in danze sciamaniche considerate terapeutiche al fine di migliorare gli scambi culturali tra i paesi del mondo.