E’ Stefano Giovannoni, industrial designer, interior designer ed architetto, l’autore del manifesto del Carnevale di Viareggio 2020, in programma dal 1 al 25 febbraio con sei Corsi Mascherati.
“Nel disegno del manifesto – spiega l’autore – ho cercato di coniugare il clima festoso del Carnevale di Viareggio con lo spirito giocoso delle mie creazioni. La loro immagine irrompe nella festa del Carnevale creando una sorta di onda colorata”.
“In primo piano – racconta Stefano Giovannoni -, domina il personaggio di Burlamacco, maschera e mascotte ufficiale del Carnevale, che si protende in avanti dondolandosi sulla catena dello chandelier tenuto in bocca da una giraffa imponente che, dall’alto della sua mole, domina la scena. Attorno ad essa, come in una sorta di gioiosa arca di Noè, altri oggetti prendono parte alla scena, creando una cornice allegra e variopinta. Fra questi in particolare evidenza il Kong rosa che illumina la strada con una torcia. Con questo manifesto ho cercato di riportare nell’immaginario carnevalesco le mie creazioni in modo da personalizzare e attualizzare il clima di festa dello storico Carnevale”.
Stefano Giovannoni, nato a La Spezia, si è laureato alla Facoltà di Architettura di Firenze nel 1978. Vive e lavora a Milano. Lavora come industrial designer, interior designer ed architetto. Ha disegnato numerosi best sellers e prodotti di grande successo commerciale che gli sono valsi gli appellativi di “Campione del Super & Popular degli anni 2000” (Alberto Alessi), “Re Mida del Design” (Cristina Morozzi), “Designer più bankable” (Eugenio Perazza, Magis). Collabora con aziende come Alessi, di cui è il primo designer con più di 500 prodotti in acciaio e in plastica (in particolare, la serie “Girotondo”, la famiglia best seller nella storia delle aziende design-oriented, con più di 10 milioni di prodotti venduti, la famiglia “Mami”, “IlBagnoAlessi” e famosi prodotti in plastica come Lilliput, Magic Bunny e Merdolino), Magis (per cui ha disegnato, tra gli altri, lo sgabello “Bombo”, il prodotto più copiato nella storia del design, le famiglie “Vanity” e First”).