Ecco le risposte che abbiamo ricevuto dal candidato Sindaco di Viareggio Milziade Caprili, in merito alle dieci domande che abbiamo deciso di sottoporre a tutti i candidati a Sindaco di Viareggio.
1. Una Fondazione è la forma giuridica più indicata per l’organizzazione del Carnevale?
Se sia la forma più indicata non lo so: quel che è certo è che troppo spesso il Comune, attraverso l’assessorato alla cultura, ha fornito dei finanziamenti senza poter effettivamente partecipare alla gestione e programmazione culturale di questa manifestazione.
Forse sarebbe un’idea l’istituzione di una sorta di Super Fondazione, presieduta dall’assessore alla cultura, che gestisca le più grandi manifestazioni culturali cittadine: Festival Pucciniano, Premio Viareggio,Europacinema e, appunto, il Carnevale.
2. E’ per un azzeramento dei vertici della Fondazione o per la continuazione del lavoro svolto?
Il Carnevale sta attraversando attualmente una crisi non solo economica, ma anche “esistenziale”: è in crisi d’identità, perché oscilla tra l’ambizione ad essere il Carnevale d’Europa e, con tutto il rispetto, la sagra della pupporina. Siccome dobbiamo guardarci da una gestione da sagra della pupporina, è chiaro che bisogna cambiare pagina.
3. Qual è il giusto mix tra innovazione e tradizione?
Considero il Carnevale, in generale e non solo quello di Viareggio, un’espressione spontanea e tale deve quindi rimanere. Ho avuto modo di assistere alla vostra protesta durante la serata delle premiazioni al teatro Eden, e devo riconoscere che non avete tutti i torti.
Come l’intera società, anche il Carnevale deve evolversi e innovarsi, come nel caso appunto di coreografie studiate e carri che sembrano teatri viaggianti. Sono sicuramente strade innovative e ben venga che alcuni carristi le sperimentino, a patto che non vengano intaccate la tradizione e la spontaneità del Carnevale.
Dirò di più: se è vero che le tradizioni vanno rispettate, io sarei per far concludere il Carnevale il giorno di martedì grasso. Secondo alcuni, il Carnevale dovrebbe svolgersi sempre nel mese di febbraio, a prescindere dalla data in cui cadrà il giorno di Pasqua: niente di più sbagliato, se così fosse il Carnevale non sarebbe più tale ma qualcos’altro che non avrebbe ragion di esistere. Credo che una festa prestigiosa e famosa come la nostra non abbia bisogno di doversi inventare corsi mascherati durante la Quaresima per ragioni puramente economiche. Da salvaguardare, poi, i vari eventi canori e di teatro dialettale.
4. E’ giusto avere 11 carristi in prima categoria a oltre 120.000 euro per opera?
No. Io sarei per fare un ritorno al passato, nemmeno troppo remoto: a lungo abbiamo avuto qualcosa come nove carri di prima categoria e sei di seconda. Direi che quest’ultima categoria è stata ingiustamente bistrattata nelle ultime edizioni: essa è stata e deve continuare ad essere una palestra per i futuri carristi di prima categoria.
5. Ritiene che si debba tornare a forme di avanzamento e retrocessione su parametri espliciti e scadenze regolari?
Assolutamente sì. Direi che è il criterio più trasparente e meritocratico. Anche nel mondo del calcio le cose funzionano così: chi arriva nelle posizioni peggiori, retrocede. L’annata storta può capitare a chiunque, naturalmente nell’anno successivo si tenterà di rifarsi e di gettare le basi per tornare nella categoria superiore.
Francamente trovo inspiegabile il ricorso all’articolo 18 del bando di concorso, che prevede che i posti nelle varie categorie vengano assegnati sulla base della valutazione del bozzetto presentato e, assieme, sulla base del curriculum del carrista. Rischia di essere l’ennesimo stratagemma volto a favorire solamente i soliti noti e a penalizzare i talenti emergenti.
6. Che tipo di giuria deve giudicare i carri?
So di toccare un tasto dolente, perché ogni anno i verdetti delle giurie fanno discutere per giorni e giorni. D’altra parte, non si può accontentare tutti: è normale, e forse anche giusto, che qualcuno sia scontento. Una mancata vittoria dovrebbe stimolare il carrista a fare meglio l’anno successivo, e non a cadere in polemiche di bassa lega.
C’è anche chi vorrebbe che la giuria fosse popolare, ad esempio consegnando all’entrata ai corsi un coupon da riempire e da riconsegnare all’uscita. In passato ci furono tentativi di costituire giurie miste, ma poi non se ne fece più niente. Comunque sia, qualsiasi tipo di giuria finirebbe per scontentare qualcuno: io sarei per lasciare le cose così come stanno, stabilendo però che ogni anno cambino i nomi dei giurati e, soprattutto, che la scelta di quest’ultimi sia ispirata a criteri di esperienza nel settore. Io sarei per nominare i giurati subito dopo la presentazione dei bozzetti, perché a mio avviso dovrebbero valutare il carro nella sua interezza, partendo dalla mole di lavoro che vi è stata alle spalle e premiando così chi si è veramente sacrificato per la buona riuscita della sua opera.
7. L’Uccellona diventerà mai agibile?
Deve diventarla: mi risulta che questa, i nuovi ingressi ai corsi mascherati (che rimasero inagibili al primo corso del 2007) e i Burlakioski (molti dei quali rimasti mestamente vuoti nelle domeniche di Carnevale) siano costati complessivamente 510.000 euro. D’accordo che si tratta di spese in conto capitale, ma continuare a mantenerla inagibile significherebbe avallare questo ennesimo spreco di denaro pubblico.
8. Quali idee per la valorizzazione della Cittadella nei periodi che non siano l’estate ed il Carnevale?
Potenziare e migliorare l’esistente. Ovvero: Festival Gaber, concerti e spettacoli nel periodo estivo; visite guidate all’interno degli hangar per scuole e turisti; creazione di un museo del Carnevale degno di questo nome (quello attuale non è affatto valorizzato ed è privo di servizi e di materiali, a mio avviso, fondamentali) e di un negozio dove vendere prodotti legati al Carnevale. In conseguenza di ciò, anche il bar posto nell’edificio del museo dovrebbe essere aperto tutto l’anno. Il rischio, in corso d’opera, è quello di avere tra le mani una cattedrale nel deserto anziché una struttura polivalente con infinite potenzialità.
9. Le aree limitrofe alla Cittadella verranno usate per creare strutture dedicate al Carnevale?
Basta estrapolare una parte della risposta alla domanda precedente, quando parlo di museo e di negozio dedicati a Viareggio e al suo Carnevale.
10. Come potrebbe essere promosso maggiormente il Carnevale a livello nazionale ed internazionale?
Innanzitutto bisognerebbe fare in modo che la città partecipasse effettivamente alla gestione della manifestazione, che la sentisse sua. In questa lunga campagna elettorale il filo rosso che lega le associazioni di categoria, quelle di volontariato, i singoli cittadini e svariate altre realtà è la mancanza di rapporti tra cittadinanza e amministrazione uscente: è mancata la partecipazione.
Servirebbe poi un’adeguata campagna pubblicitaria, poche e piccole cose, ma mirate: ad esempio, lanciare il manifesto ufficiale del Carnevale dell’anno successivo al termine di quello dell’anno in corso; tappezzare la città e, soprattutto, gli alberghi nel periodo tra un Carnevale e l’altro; far vivere, come detto, la Cittadella tutto l’anno e non solo nei periodi di massimo afflusso di turisti; presentare il Carnevale nelle maggiori piazze d’Italia; scegliere Germania, Francia e Spagna come luoghi nei quali organizzare le presentazioni del Carnevale; vedere quali accordi si possono stabilire con maggior tour operator italiani ed europei per far visitare il Carnevale e le bellezze nostre e delle altre città toscane; incontrare le comunità italiane nei diversi paesi ed affidare a loro la presentazione del Carnevale.
Quelli appena citati, naturalmente, sono interventi che dovrebbero essere intrapresi dalla macchina organizzativa della manifestazione. Naturalmente, anche i carristi dovrebbero fare la loro parte, cercando e sforzandosi di migliorare di anno in anno e di trovare sempre più nuovi stimoli. Peraltro, proprio i carristi dovrebbero ritrovare un po’ di coesione al loro interno e riavvicinarsi alla città.