Assisto, assistiamo, inermi, ai dibattiti, alle programmazioni, alle difficoltà che il Carnevale in genere e quello 2011 soprattutto, affrontano.
Rimaniamo come spettatori in quanto chi di dovere si eleva al di sopra delle parti e fa proprio lo sviluppo di una manifestazione popolare e ci esclude, esclude la città da una cosa che è “sua”
C’è la crisi, ha colpito tutti, non esistono categorie che non siano state almeno sfiorate, bisogna entrare nell’ordine delle idee, tutti, che è in mezzo a noi, che non possiamo far finta che non ci sia.
Ed allora mi dico: cosa ci può essere di meglio che fare il Carnevale 2011???
Lavoro per tante persone, introiti per la città intera, boccata d’ossigeno per chi sta vivendo in apnea.
Se fare i corsi vuol dire farli al risparmio, se vuol dire inventarsi qualcosa per far si che sia sempre unico e irraggiungibile, se vuol dire rischiare ma aiutare economicamente tanti cittadini, allora risparmiamo, su tutto quello che è possibile risparmiare, inventiamo ed in questo siamo dei maestri, rischiamo ma proviamo ad aiutare chi ne ha bisogno.
Non si può neanche prendere in considerazione l’idea che il Carnevale possa non essere fatto neanche per un anno. Il Carnevale è la nostra cultura, sono le nostre radici, il lato economico passa in secondo piano quando si parla di far sparire i ricordi, i legami verso il passato ad una società.
Vorrei chiedere a gli organismi preposti all’organizzazione del Carnevale di guardarsi dentro, di ragionare con il cuore e chiedersi: Sono in grado di lavorare per fare il prossimo Carnevale?
Chi non lo è faccia un passo indietro, che sia un assessore, un membro della fondazione oppure un carrista, un semplice lavorante del Carnevale.
Le possibilità ci sono, il coraggio non è mai mancato a Viareggio, siamo in tempo a fare un grande Carnevale.
Infine vorrei rispondere a chi dice che il Carnevale non verrà fatto, che non ci sono soldi, a chi spara sempre contro:
Il Carnevale non è una manifestazione ma è un evento, è un sentimento, è una cosa che vive dentro le persone e che si esprime al massimo in un periodo abbastanza delimitato ma che dietro ha molto di più di quanto si vede; Il Carnevale è dare più di quanto si riceve, è dare felicità, regalare un sorriso, cercare un momento di spensieratezza anche nei momenti in cui è difficile avere la testa libera dai pensieri.
Io ringrazio il Carnevale di non essersi fermato neanche nel passato più prossimo a noi e di aver contribuito a distogliere i pensieri da eventi spiacevoli.
Riporto in fondo L’articolo 18 del Manifesto dei Carnevalari: «I carnevalari sono e saranno sempre capaci di creare il Carnevale, oltre ogni difficoltà economica, organizzativa o legata ad eventi eccezionali, come la storia viareggina c’insegna».
Sarà comunque Carnevale!
Simone Simonini